
Six Organs Of Admittance
In bilico tra folk tenebroso, fingerpicking etereo ed elettricità inquieta, Ben Chasny è diventato il maestro cerimoniere dello psyck-folk americano. Una missione, quella dei suoi Six Organs Of Admittance, che riscopre le leggende di Fahey, dei Popol Vuh e dei raga indiani, frugando tra la polvere dei ricordi. Tredici anni sempre in prima fila, fino all'ultima prova, "Asleep on the Floodplain", appena uscita su Drag City
monografia qui:
www.ondarock.it/rockedintorni/sixorgansofadmittance.htm
...su Asleep on the Floodplain...
"Come un sottile spettro la musica di Ben Chasny ha percorso tutti gli anni zero ammantandoli di mantra esoterici, di bordoni vibranti, di melodie eteree e sospese. Chasny è stata una presenza costante, un viandante dalle aspirazioni ascetiche, incastrato tra la rievocazione di un arcano primitivismo americano e il tentativo di superare la dimensione percettiva con composizioni fuori dal tempo e dallo spazio. Una parabola che vedeva prima un bruco trasformarsi in farfalla (il passaggio dal selvaggio Dark Noontide, primitivo inno alla perdizione, al delicato School of the Flower, germogliare di poeticità e fragranze psichedeliche dalla delicatezza sopraffina), poi, dopo le netta metamorfosi, una ricerca della giusta maturità, in bilico tra turbamenti elettrici e stasi posate e contemplative (Luminous Light). Una presenza sicura e provvida, capace di dispensare un balsamo distensivo e onirico. Il nuovo album dell'instancabile artista californiano pare tornare alle atmosfere del capolavoro del 2005, assestandosi su un registro psych-folk dai margini sfumati e dilatati, ricchi di un melodismo denso ma garbato, privo delle asperità degli ultimi lavori...."